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Chiave di lettura

L’arte è uno strumento di incredibile potenza e bellezza. Attraverso il proprio operato l’artista ha la possibilità di esprimere emozioni,sentimenti e stati d’animo. Così come avviene per la poesia l’arte ha un compito fondamentale:deve saper emozionare e trasmettere un messaggio .
Solo partendo da questi assiomi si può comprendere a pieno il cammino artistico e la scelta stilistica di Letizia Lisi.
Un’ opera d’arte contemporanea per definirsi tale ha bisogno di alcuni importanti elementi come la creatività e l’innovazione. Il ruolo fondamentale dell’arte contemporanea è comunicare. Al giorno d’oggi non si tratta più di una questione di sola tecnica, quel che conta è lo spirito che c’è dietro, il coraggio di mostrarsi, il messaggio che viene trasmesso nell’osservatore. Correnti un tempo d’avanguardia come l’impressionismo, il futurismo, il cubismo sono oggi capite anche dai profani ma quando nacquero lasciarono perplessi gli addetti ai lavori che, abituati a canoni più tradizionali, non ne comprendevano l’essenza.
Sia chiaro che con queste parole si vuole far cogliere al lettore come alcuni canoni classici dell’arte, benché di più facile lettura,talvolta risultino anacronistici e siano stati superati da più di cento anni. E’ noto che molti artisti che operarono a cavallo tra ottocento e novecento colsero come la fotografia (quella artistica) poteva rappresentare lo strumento migliore per rappresentare la realtà e che ricopiarne ogni particolare in maniera minuziosa su tela non avrebbe mai consentito loro di eguagliare la fotografia. Picasso,ad esempio, considerava la fotografia come un nuovo ed importante mezzo da integrare con la pittura al fine di rappresentare la realtà.
Partendo da queste considerazioni molti artisti cominciarono a seguire percorsi innovativi e sperimentali dove la creatività prevalse sulle abituali rappresentazioni della realtà. Rifacendosi a queste osservazioni dei grandi dell’arte ed in seguito ad un preciso e ponderato studio nasce la vena stilistica che come un “filo blu” segue tutta l’opera di Letizia Lisi.  Analizziamone i singoli aspetti.


La monocromia

 

La prima domanda che si pone chi osserva le opere di Letizia Lisi è sul perché della scelta monocromatica. Ai non addetti ai lavori, limitare la paletta dei colori e lo spettro dell’iride ai suoi colori più freddi (blu,indaco e violetto) può sembrare una scelta limitante o transitoria di una fase in cui il cromatismo prevarrà. Chi sostiene che l’utilizzo di un colore semplifichi l’operato poiché non richiede l’accostamento di varie tonalità palesa una certa impreparazione e la necessità di riesaminare alcuni nodi epocali della storia dell’arte contemporanea.
Si commette infatti un errore di fondo. La monocromia non è, in molti casi (e questo è il caso della Lisi), il punto di partenza ma di arrivo.
La Pittura monocroma, che percorre trasversalmente molte correnti del '900 e della pittura contemporanea, realizza un annullamento della opposizione sfondo-figura: l'integrità segnica della figura è fatta scomparire a favore dello sfondo, che diventa perciò la parte prevalente dell’opera d'arte. Andando oltre questa forma estrema di monocromia (la pittura di Klein o di Castellani) che vede l’annullamento della figura si è assistito al raggiungimento di forme più bilanciate. In questo senso, la pittura monocroma ha come sua caratteristica principale la tendenza alla semplicità e linearità delle forme che si traduce in un quadro in cui il colore inghiotte la figura e dove si risolve il conflitto tra immagine ed astrazione, tra opera e idea, tra visibile ed invisibile, tra tangibile ed intangibile. E’ in questa categoria di opere che rientrano i lavori della Lisi.


Il Blu

 

Non mi dilungherò sul perché della scelta di questo colore rispetto ad altri ( a tal proposito vi consiglio di leggere l’ Home page) ma semmai sulla diffusione di questo colore nel mondo dell’arte. Non credo di sorprendere nessuno parlando del periodo blu di Picasso o del blu di Kandisky e dell'effetto psichico dello stesso . Ma in tanti nel ‘900 hanno fatto prevalere nella propria paletta dei colori il blu e non solo nel mondo dell’arte. Per il regista Kieslowsky il blu è una musica di sottofondo e  per Goethe l’azzurro è freddo e maschio. Sarebbe utile citare tutti gli impressionisti poiché le critiche dell’epoca li definirono “ afflitti da indaco mania” tanto il blu prevaleva su tutti gli altri colori.
Tra tutti prevale, però, Yves Klein con  la sua proclamazione dell’epoca del blu e la creazione di una tonalità (l’IKB su cui vi è un brevetto internazionale). Klein grazie al suo blu ci fa capire la luminosità spettacolare che questo colore possiede e lo rende unico e raro come un prezioso cimelio che emerge dagli abissi o dalle distanze siderali. Senza dilungarmi troppo per descrivere l’effetto del blu basta pensare a questo breve aneddoto.
Un medico di Dresda racconta di un suo paziente, da lui definito uomo "dalle doti spirituali non comuni," che sentiva sempre e immancabilmente come "blu" il sapore di una determinata salsa, ossia che la percepiva come colore blu. Si parla, in questo caso, della percezione acustica dei colori e della capacità di questo colore di intaccare sfere sensoriale che vanno al di là della vista. Ecco cosa accade guardando i quadri della Lisi; Il sapore del blu ci impasta dolcemente la bocca e le narici si inebriano delle tonalità del cielo mentre un turbinio di emozioni si scatenano nel cuore.


Il tratto e lo stile

 

Osservando le opere della Lisi ci si interroga sul tratto. Una visione classica dell’arte vorrebbe un tratto ben delineato volto a rimarcare i confini delle immagini nello spazio. Il superamento di questa visione avviene in molti artisti fin dalla fine dell’800. Matisse è uno degli artefici di questa rottura. Morau, maestro di Matisse gli disse un giorno: “Caro Henri.. lei semplificherà la pittura!”. Fu profetico.
Matisse parte dall’impressionismo e se ne libera. Lui non vuole imitare la natura ma esprimere ciò che vede rielaborandolo per mezzo della materia pittorica. Si pensi a ciò osservando l’opera “il nudo rosa”. Sembrerebbe quasi un disegno infantile.
Un esempio ancora più evidente è nell’opera “La danza”. Pochi colori e puri, tratti stilizzati ed uno strano senso di profondità; sembrerebbe quasi un’opera improvvisata realizzata in poco tempo. Ad alcuni occhi inesperti abituati  ai canoni tradizionali potrebbe sembrare fin troppo semplicistico. Di questo quadro  bisogna ammirare la composizione e lo slancio vitale, l’eterno movimento. Le figure non sono rappresentazione figurativa e realistica della realtà ma rappresentano una forma d’arte suprema poiché ognuna di esse dispone di una posizione relazionata a quella degli altri secondo un rapporto calcolato che coinvolge l’intero quadro e lo spettatore. L’occhio pigro ed impreparato, non sapendo che si parla di Matisse, parlerebbe di dilettantismo e di  realizzazione frettolosa. L’occhio del critico e dell’amante dell’arte riconosce invece queste mirabili qualità.

Questa lunga premessa che ha scomodato Matisse serve a comprendere meglio la pittura ed il tratto della Lisi. Anche in questo caso non si vuole fare paragoni con nomi eccellenti; sarebbe assolutamente sbagliato ed immodesto. Si vuole semmai far comprendere cosa si nasconde dietro il processo creativo dell’artista ed è indubbio che la storia dell’arte è il miglior strumento di apprendimento dell’arte stessa.
La scelta stilistica della Lisi è personale ed è estremamente precisa e ponderata. Non nasce dall’estro di un momento ma da un’attenta meditazione e riflessione che,come un fiume in piena, viene riversata sulla tela. Dietro i paesaggi, ad esempio, si nasconde uno studio calcolato ed attento fatto di proporzioni e simbolismi. Lungi dall’artista è il voler rappresentare la realtà esattamente così come è. Per questo, nessuno me ne voglia, ma l’arte ideata da Niepce (la fotografia) è impareggiabile. L’osservatore dell’opera della Lisi deve andare oltre i facili vedutismi e deve cogliere la formale semplificazione. La Lisi non è una pittrice astratta nell’eccezione comune del termine poiché nelle sue forme è sempre riconoscibile uno spunto tratto dalla natura. Ma forse lo è più di molti altri nel senso profondo, poiché la sua pittura non è mai strumento di rappresentazione del mondo esterno ma di espressione del mondo interno.


Segno distintivo e comprensione

 

La scelta di questa tematica è stata effettuata con la speranza di suscitare uno spunto di riflessione in coloro che leggono.
L’importanza di un’artista risiede anche nella personalità del suo stile e nella sua riconoscibilità. Osservate le opere della Lisi con attenzione e scoprirete che non vi rievocano opere di altri artisti. Il tratto, l’utilizzo del colore, le scelte stilistiche sono uniche e peculiari. Un Lisi lo riconoscereste tra mille poiché ha una propria carta d’identità, un passato, un presente ed un futuro. Provate ad andare ad una rassegna pittorica in cui partecipa la Lisi. Non avrete dubbi nel riconoscere i suoi quadri tra centinaia.
Naturalmente non è detto che le opere della Lisi provochino in tutti le stesse emozioni ne che tutti riescano ad apprezzarle a pieno. Questo è ,infatti, il prezzo da pagare quando si cercano strade nuove mai battute da nessuno in precedenza. L’opera della Lisi è impegnativa poiché la comprensione della stessa richiede un approccio riflessivo ed emozionale nonché una grande sensibilità artistica. E’ facile ammirare un ritratto identico al volto originale o la riproduzione di un paesaggio che ricalca stili e gusti già visti. Credo di essere banale nell’affermare che molti artisti non vennero  compresi poiché troppo difficili o avanguardisti per l’epoca. Di Van Gogh si diceva che la sua arte era poco espressiva a causa di un disegno pesante e materiale e del colore assai sporco e scuro e senza vitalità. Sappiamo bene come sia cambiato il giudizio sui suoi quadri oggigiorno ma si tratta di episodi diffusi nel mondo della cultura e dell’arte. Il 7 maggio del 1824 si tenne un concerto epocale a Vienna. Il giorno dopo i giornali scrissero: Eleganza purezza e misura che erano i principi della nostra arte, si sono gradualmente arresi al nuovo stile, frivolo ed affettato, che questi tempi, dal talento superficiale, hanno adottato. Si tratta di una evidente stroncatura giornalistica che,andando avanti nell’articolo non lasciava spazio ad alcun dubbio.
Questo è quello che la critica scrisse di Beethoven quando presentò la Nona (per i non amanti della musica classica si tratta della sinfonia che contiene l’inno alla gioia che (spero) tutti conosciamo).
Questi piccoli aneddoti servono per dire che spesso la vera arte ci richiede uno sforzo comprensivo non indifferente. Non sempre siamo pronti alla comprensione o non sempre ne abbiamo gli strumenti. Non è facile omologare ciò che non si conosce o non si comprende a pieno. Con ciò non si vuole sostenere in maniera incondizionata il valore delle opere dell’artista (pur essendone pienamente convinti) ma si spera di aver fornito all’osservatore  gli strumenti per relazionarsi con spirito critico e con occhio attento. Spero che nessuno legga nei paragoni con i grandi dell’arte (oggettivamente inarrivabili) nulla di più se non lo strumento per spiegare alcuni concetti che altrimenti, senza le dovute esemplificazioni, sarebbero rimasti astratti ed anonimi. Non si veda quindi ne immodestia ne superbia ma la scelta di un cammino volto a fornire le chiavi di lettura dell’opera della Lisi che altrimenti sarebbe stato troppo impervio per essere affrontato. La scelta di voler semplificare alcuni discorsi è stata fatta inoltre con l’intento di fornire uno strumento utile a tutti e non un trattato di storia dell’arte. Le elocubrazioni ricche di aforismi e neologismi ed intrise di tecnicismi le lascio a chi è in possesso di competenze più specifiche e a chi vuole fare dell’arte un bene fruibile da un’elite ristretta,tradendone le origini popolari.
Ora che sono stati forniti gli strumenti di lettura delle opere non vi resta che visitare il sito e scoprire l’arte di Letizia Lisi, l’artista del blu.


 
 
 
 
 
 
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